14 febbraio 2000
Cara Veronica, sono tutt’orecchi, pronto ad ascoltarti. Se vorrai continuare a scrivermi anche quando sarai passata alla Media, fallo pure. Io vedrò sempre di risponderti. Perdere gli animali è sempre una sofferenza. Noi avevamo una
gatta che si chiama-va Canfora. Sfornava figli ogni sei mesi. Però
era magrissima. Una domenica che pioveva mia moglie e i miei figli Stefano
ed Andrea (che avevano allora, rispettivamente, sette e cinque anni) tornano
da una passeggiata con l’ombrello. Li vedo arrivare con il viso tutto bagnato.
Ma non per la pioggia, ma per via delle lagrime disperate che uscivano
dai loro occhi. Cosa era successo? Avevano trovata la gattina morta
sul ciglio della strada. Forse non ce l’aveva fatta a partorire. L’abbiamo
seppellita nel giardino.
Grazie per il bellissimo quadro. Vuoi fare la pittrice? Ciao
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